Appunti su Giacomo Leopardi: vita, Opere, Filosofia, Temi ( Italiano - Epica )


Leopardi: Vita

Giacomo Leopardi nasce il 29 giugno 1798 a Recanati, ed è un borgo arretrato culturalmente che Leopardi odierà sempre. Suo padre, il conte Monaldo, possiede una biblioteca vastissima e fornita di scrittori classici e filosofici. La madre è Adelaide Antici, che somministra il patrimonio della famiglia e ha dato vita a 5 figli di cui Giacomo è il più grande.

Leopardi è stato un autodidatta, da giovane passava notti intere a leggere libri, e grazie a questo ha ottenuto una vastissima conoscenza della filologia classica. Ma il suo desiderio di sapere, gli si ripercuote sulla salute, infatti rimane poco sviluppato e gracile e una malformazione della spina dorsale lo rende gobbo, questo compromette i suoi rapporti sociali.


Nel 1816 Leopardi matura il “dall'erudizione al bello” cioè non vuole diventare solo uno studioso ma anche un poeta e scrittore, infatti traduce l'Odissea e il libro dell'Eneide.

Leopardi partecipa alla discussione tra classicisti e romantici , favorendo i primi, infatti Leopardi invia una lettera alla “Biblioteca Italiana” rispondendo alla lettera di Stael, dicendo che i poeti italiani possono basarsi sui modelli antichi come latini e greci.

Leopardi incolpa la società contemporanea di aver corrotto la natura rendendo impossibile vivere con essa un rapporto diretto e autentico, questo è chiamato “Pessimismo Storico” cioè il male è causato dall'uomo e dal processo di civilizzazione, non dalla natura.

Invece Leopardi perviene al cosiddetto pessimismo cosmico, ovvero a quella concezione per cui, contrariamente alla sua posizione precedente, afferma che l'infelicità è connaturata alla stessa vita dell'uomo, destinato quindi a soffrire per tutta la durata della sua esistenza.

Dal 1817 Leopardi inizia a scrivere una sorta di Diario fino al 1832 in cui annota, spunti filosofici, riflessioni e osservazioni chiamato “Zibaldone”.


Nel 1817 Leopardi stampa a Milano la traduzione dell'Eneide inviandola ad Angelo Mai, Vincenzo Monti e Pietro Giordani, e quest'ultimo soltanto si accorge delle potenzialità del ragazzo, i rapporti di Leopardi con Giordani. Si dice che proprio Giordani che era ateo, ad indurre l'ateismo anche a Leopardi, e a basare le sue opere non solo contro le gerarchie ecclesiastiche ma soprattutto contro la religione.


Nel 1819 Leopardi diventa maggiorenne e tenta la fuga da casa, ma viene scoperta dai familiari, e a partire dallo stesso anno a marzo una malattia a gli occhi non gli permette di leggere e scrivere. Gli storici definiscono questo momento della vita di Leopardi “il passaggio dal bello al vero” cioè il passaggio dallo studio della letteratura classica a riflessioni sulla sua esistenza e sul mondo


In questa fase, la poesia acquisisce per Leopardi un ruolo specifico, cioè luogo dove trovano spazio le illusioni, tra il 1819 e 1821, scrive gli Idilli.


Nel 1822, Leopardi si trova a Roma, e qui instaura pochi rapporti importanti, tra cui con il tedesco Barthold Niebuhr.

Nel 1824, Leopardi a Bologna pubblica “Le Canzoni”, in cui sono raccolte le nove canzoni composte fino al Luglio del 1822. Dopo la pubblicazione di quest'opera Leopardi, abbandona temporaneamente la poesia, e scrive in prosa le prime venti Operette Morali, in quest'opera il pessimismo Leopardiano di approfondisce, anche la visione della natura: che infatti non viene più vista come madre amorevole ma come matrigna indifferente.


Leopardi ha bisogno di soldi per vivere, senza le finanze del padre, quindi va a Milano e a Bologna , per accettare alcuni lavori, per esempio nel 1826 Leopardi commenta “Le Rime” di Petrarca, e pubblica una sua raccolta di “Versi” e grazie a Giordani, 3 delle sue Operette Morali vengono pubblicate in una rivista Fiorentina.


Più tardi, 1828 Leopardi torna a scrivere Poesie e scrive i canti “Pisano-recanatesi”.

Nel 1830 Leopardi accetta un lavoro a Firenze e stringe amicizia con Antonio Ranieri, che è un patriota esiliato dalla sua città per motivi politici. Con lui Leopardi vivrà gli ultimi anni della sua vita.

Nel 1833 si stabiliscono a Napoli, dove Leopardi pubblica le sue ultime opere, e Ranieri aiuta Leopardi a scrivere le sue opere, poiché quest'ultimo afflitto da problemi di vista.

Leopardi muore il 14 Giugno 1837.



Leopardi: Filosofia e Opere

Leopardi nella sua breve esistenza (muore a 39 anni)riesce a rivoluzionare la letteratura italiana. Per tutta la vita soffre di problemi di scoliosi e alla vista. Questa solitudine e infelicità che lo caratterizzano sono presenti in tutte le sue opere. Nelle “Operette Morali” si prende gioco del genere umano cioè della sua presunzione e fede.

Nello Zibaldone, Leopardi prende annotazioni su qualsiasi argomento, e medita sull'esistenza umana.

Nei Canti, Leopardi scrive per prima cosa delle canzoni che dimostrano quanto sia un poeta eloquente e poi fanno parte della opera gli Idilli, che sono pura lirica (L'infinito, “Alla Luna”).


Temi

Nello Zibaldone, Leopardi parla spesso della poesia, e introduce una differenza tra poesia sentimentale e immaginativa. Per Leopardi, gli Antichi avevano la capacità di fare poesia usando l'immaginazione, creando un mondo fantastico. Dopo che le conoscenze scientifiche hanno condizionato la mente degli uomini, tale capacità è rimasta solo ai bambini. Gli scrittori moderni scrivono non basandosi sulla creazione di immagini , ma “all'affetto e al sentimento”. L'ottocento è dunque detto il secolo della poesia sentimentale.


Un ideologia , che ritorna spesso nelle opere di Leopardi è quella secondo cui gli uomini un piacere particolare quando un idea occupa la propria mente. L'uomo desidera un piacere sconfinato, ma appena prova un piacere e ne comprende i limiti, questo provoca sofferenza.


Leopardi: i Canti

Nel corso del 1816 e il 1837 , Leopardi costruisce un libro di poesie che intitola “Canti”. I Canti sono un canzoniere, cioè una raccolta di poesie che si susseguono nell'ordine che decide l'autore (ordine cronologico di composizione). I canti è un opera che ha tenuto occupato Leopardi per circa 20 anni, quest'opera è stata aggiornata con il tempo, introducendo opere un po' alla volta.

I Canti , insieme al Canzoniere di Petrarca, hanno condizionato il lavoro dei poeti del 800/900. Per questi motivi:


-Libro Organico: Sono una raccolta di poesie scritte durante la sua vita, raggruppate secondo un ordine pre-meditato


-Libro interamente lirico: Le poesi e del passato servivano a raccontare eventi storici, un vittoria ecc... invece Leopardi parla interamente di sé


-Libertà di strutture metriche: Dopo le prime 9 canzoni, lo schema metrico si fa mano mano più libero e autonomo, le strofe si allungano e si accorciano a seconda delle esigenze espressive, endecasillabi e settenari si alternano senza regola ecc...

-Nuova lingua: Leopardi usa un tipo di linguaggio, dagli idilli in poi, più adatto alla prosa.

-Temi tradizionali: I temi dei Canti sono : amore, morte, natura tutti temi tradizionali della poesia.



Leopardi: gli Idilli

Nel libro dei canti, dopo le canzoni ci sono gli Idilli, che sono 5 liriche scritte tra il '19 e '21 e sono :L'infinito, La sera al dì di festa, Alla luna, Il sogno, La vita solitaria. Il termine idillio deriva dal greco e significa piccolo quadro, per indicare una poesia di tema mitologico, pastorale o agreste. Scrittori famosi di questo tipo di poesia erano Teocrito e Mosco.

Leopardi ha una concezione di idilli tutta sua, componendo liriche che riguarda l'io del poeta, parlando della sua vita interiore estraendosi dalla realtà.

Il linguaggio usato si fa molto diverso rispetto alle canzoni, qui si ha un linguaggio molto più semplice e comprensibile, e i protagonisti sono due: -l'io del poeta e la natura.

Gli idilli inoltre sono costruiti su due poetiche

-La poetica del vago e dell'indefinito

-La poetica del ricordo

La prima collega la bellezza e il piacere suscitato dalle sensazioni indeterminate.

La seconda mette in relazione l'esperienza del presente con quelle del passato.



Leopardi: L'infinito

L'infinito è il testo più famoso di Leopardi, e forse dell'intera Letteratura Italiana. È un testo in cui il poeta parla in prima persona ed esprime le proprie sensazioni. Leopardi è seduto sul colle e nel guardare l'orizzonte, una siepe gli blocca la visuale, offuscando quello che c'è oltre. Quindi Leopardi avvia un processo di immaginazione quindi pensando e immaginando su cosa ci possa essere oltre quella siepe.

Ciò che appare nella mente dell'autore è un mare indefinito di spazio e tempo ignoti, nella quale l'autore si sprofonda.

Collegando la poetica del vago e dell'indefinito , Leopardi considera “poeticissime” le parole con significato vago e indefinito come : “orizzonte, silenzi, quiete, infinito, eterno”.


Leopardi: I canti pisano-recanatesi

Dopo una pausa di poesie, nel 1828 Leopardi scrisse “Il Risorgimento” titolo non casuale, ed è il primo dei canti pisano-recanatesi. “Pisano-Recanatesi” perché sono stati scritti tra Pisa e Recanati.

In questi canti cambia la forma: i versi hanno lunghezza variabile, tra endecasillabi e settenari. Le interazioni sono tra l'io, il destinatario del canto, protagonisti della scena narrata, e “voci” che sostituiscono quella del poeta. L'io dei canti , non è come quello degli idilli, che “sente” solo, ma un io che sente e parla, adoperando la poesia per esprimere la propria visione del mondo. Qui Leopardi cambia la maniera in cui vede le cose. La natura che Leopardi considerava alleata, ora la considera responsabile dei suoi mali, il ricordo che in passato era la fonte principale di emozione, ora è motivo di rimpianto.

Nella quiete, Leopardi spiega che il piacere è un sentimento negativo, che arriva quando il male cessa e che l'unico piacere è l'attesa del piacere stesso.


Leopardi: A Silvia


Nel componimento di “A Silvia” Leopardi ricorda una ragazza conosciuta in giovinezza, chiamata Silvia.

Leopardi si rivolge direttamente a lei, ricordando i momenti della giovinezza in cui lei si affacciava felicemente alla vita, piena di timore e desiderio del futuro. La natura però ha tradito i due giovani, Silvia morì giovane, di una morte improvvisa.



<-Il Romanticismo



Commenti

  1. Il testo è scritto in maniera corretta e i vocaboli risultano adeguati all'argomento trattato. Esso non risulta frammentato ma vi è una correlazione ben precisa tra l'inizio e la fine del riassunto.

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