Il pensiero di Luigi Pirandello ( Italiano )
PENSIERO
Pirandello rappresenta l'uomo di primo 900 che prova un senso di disorientamento e disagio esistenziale in quanto gli ideali risorgimentali sono falliti ed è tramontato l'ottimismo positivistico. Dunque dalle sue opere emerge una complessa visione della realtà dovuta all'affermarsi della società moderna e all'annullamento dell'individualità in una massa anonima e spersonalizzata dominata dalle convinzioni piccolo-borghesi. Inoltre con la filosofia di Nietzsche e Schopenhauer sono venute meno le certezze e i valori secolari sostituiti da un atteggiamento di relativismo. Per questo Pirandello, così come Kafka, esprime in forme paradossali e grottesche tale disagio mettendo in dubbio non solo l'esistenza di una realtà univoca e oggettiva, ma anche l'identità del singolo. Così come Bergson egli afferma che la realtà è percorsa da un flusso Vitale inarrestabile, in continua trasformazione è dominata dal caos. L'uomo sente il bisogno di porre la vita in forme fittizie, le cosiddette convenzioni sociali, dunque ogni individuo si costruisce UNA FORMA, attribuendosi una personalità che è solo qualcosa di artificiale. Nella società l'uomo assume non una ma diverse forme che sono i diversi ruoli che la società gli attribuisce. Essendo in questa trappola l'uomo diviene una maschera, un insieme di maschere, tutte diversi e tutte inconsistenti. Per Pirandello la vita è una pupazzata, una recita in cui ognuno impersonifica contemporaneamente più ruoli, l'identità individuale si frantuma, il singolo si crede nello stesso tempo uno, si frammenta in 100.000, tanti quanti sono i soggetti che lo osservano, e si ritrova infine ad essere nessuno. Dietro le molte maschere dell'individuo si cela il nulla, il flusso inafferrabile della vita. La personalità in quest'ottica diviene un'illusione soggettiva, un inganno della coscienza. Ogni uomo tenta di liberarsi dalle maschere e ritrovare il fluire della vita ma ha bisogno, per vivere, di una forma. Non è possibile vivere né all'interno delle forme sociali, sentite come opprimenti, né fuori da esse. Con la sua arte il poeta vuole esplorare le possibili vie per superare questo dilemma: una possibile soluzione è quella dell'immaginazione, dell'evasione fantastica o meglio della follia che permette di assecondare le proprie pulsioni vitalistiche. Se la vita quotidiana è una sorta di recita, allora la realtà nel suo complesso è inconoscibile e inafferrabile. Non esiste una verità oggettiva e univoca, ma tante verità soggettive tutte ugualmente valide che descrivono l’atteggiamento di relativismo conoscitivo di Pirandello.
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