Appunti sul postimpressionismo ( Arte )

POSTIMPRESSIONISMO


Negli anni 80 dell'800 si era creato nelle città un panorama urbano fatto di Boulevard, viali alberati, facciate monumentali (che possiamo vedere anche a Napoli). Negli anni 80 avviene nell’ambito delle arti visive una rivoluzione copernicana che ebbe ricaduta in tutto il 900: la fine del naturalismo. Dopo il 1848 era nato il realismo in Francia con il caposcuola Courbet nella pittura, che si traduceva in letteratura col naturalismo (Zola). Negli anni 80 in Italia vi fu il verismo di Verga con un’attenzione alla realtà che doveva essere descritta in maniera oggettiva (come diceva Courbet “bisognava dipingere solo le cose reali ed esistenti”) dunque Verga introdusse il modo di parlare con le parole e la lingua dei personaggi per essere più aderenti al vero. Improvvisamente in tutte le arti c’è un distacco dal naturalismo e si abbandona la realtà, tutto avviene intorno a una data: il 1886. È una data significativa: rappresenta l'ottava e ultima mostra del gruppo impressionista (8 mostre a Parigi, 1874-1886) che poco dopo si sciolse, alcuni pittori presero strade autonome per seguire una ricerca che andava oltre la realtà, uscisse dal naturalismo. In letteratura nello stesso anno fu pubblicato “Il manifesto del simbolismo letterario” scritto da Jean Moreas. Con la fine dell’impressionismo hanno inizio 2 atteggiamenti diversi con in comune l’opposizione al naturalismo: perciò possiamo dire che l’arte moderna nacque in quegli anni. 

Le cause di tale allontanamento sono sicuramente nella delusione che gli intellettuali francesi subirono con il fallimento della comune parigina (1871). Lo storico Mario de Micheli scrisse un libro “Le avanguardie storiche del 900” dove diceva che tutto cominciò nel 1871. Alla comune parigina, un’esperienza di repubblica democratica di carattere sociale repressa nel sangue, avevano partecipato molti artisti tra cui Zola e Courbet. Questo fu nominato sovraintendente alle autorità di Parigi ed era stato condannato al risarcimento danni per aver votato per l’abbattimento della colonna Vendòne (dedicata a Napoleone III): dovette andare in esilio, iniziò a pagare le rate vendendo proprietà e dipinti e morì lì Svizzera. Ovviamente alla fine di questa esperienza gli intellettuali rinunciano all'idea della partecipazione alla riforma e al cambiamento della società e cominciano due atteggiamenti: il post-impressionismo e il simbolismo, rappresenta una sorta di l'evasione dalla realtà.

Alla base delle diverse tendenze, c'era la conquista impressionista, della natura en plein air, indagata senza che l'artista scegliesse un soggetto particolare, perché tutto quello che si presentava ai suoi occhi era comunque degno di essere rappresentato così come appariva alla vista. Ora c’era il bisogno di un processo quasi infinito di ricerca che divenne estremamente personale e sempre più legato alla cultura e all'interiorità. D'altro canto gli stessi Manet, Degas, Monet, Renoir a un certo punto della loro carriera avevano intrapreso indirizzi diversi. Sin dal 1877 il critico Georges Rivière aveva scritto parole premonitrici sulla crisi dell'Impressionismo. La rappresentano sul piano individuale e soggettivo (nella corrente simbolista con il sogno, compaiono i primi esempi di disegni strano come l’occhio mongolfiera di REDON, immagini da incubo, oniriche), un altro mezzo per evadere dalla realtà è la morte (molti protagonisti di romanzi si suicidano, vi è un’esaltazione macabra di questo atto come fuga estrema, siamo sempre nel simbolismo), un altro modo è evadere in mondi lontani sognati e vagheggiati dove si riteneva ci fosse una possibilità di vita migliore (questo lo troviamo nel dipinto di SCIARANNE’, evadere nell’Arcadia, paesaggi della cultura antica con donne che sembrano statue greche con una classicità sognata o con Paul Gauguin abbiamo un’evasione nella dimensione esotica lontana dalla cultura europea occidentale, mondi ancora non corrotti dal progresso e dove si poteva trovare genuinità e stile di vita più vicini al sogno dell'artista). I principali post impressionisti furono Gauguin, Van Gogh, Cezanne e Seurat. 

Se l'impressionismo era una tendenza di artisti raggruppati in maniera spontanea ed erano eterogenei, il post-impressionismo non è una tendenza ma un concetto storiografico applicato a posteriori dagli storici di primo 900 quando si accorsero che 4 artisti avevano partecipato all’impressionismo in maniera diversa e avevano anticipato i tempi e precorso lo sviluppo dell’arte moderna. Questi erano artisti che in vita non avevano avuto riconoscimenti (Van Gogh morì suicida perché non aveva veduto dipinti, Gaugin morì in carcere, Cezanne isolato in Provenza quasi sconosciuto, Seurat giovanissimo fu solo una meteora). Nessuno si accorse delle loro rivoluzioni nonostante avessero anticipato i tempi. Le caratteristiche comuni ai Postimpressionisti furono senza dubbio: il rifiuto della sola impressione visiva, la tendenza a ricercare una solidità dell'immagine, la sicurezza chiarificatrice del contorno, nuove certezze attraverso la libertà del colore.

Cézanne aveva anticipato lo sviluppo del CUBISMO, Gauguin il SINTETISMO, IL PRIMITIVISMO (attenzione alle culture non civilizzate), Seurat aveva inventato il PUNTINISMO e il DIVISIONISMO (che entrò nel futurismo italiano e nell’astrattismo), Van Gogh l'unico olandese aveva anticipato l'ESPRESSIONISMO europeo contemporaneo (solo negli anni 80 del 900 vi è il secondo espressionismo, la pittura di Palladino nasce da Van Gogh). Cézanne (alla prima), Gauguin e Seurat(all’ultima, credendo di aver dato spessore scientifico alla pittura dell'impressione ) partecipano a mostre impressioniste, già se ne tirarono fuori per certi aspetti. Van Gogh non parteciperà a nessuna di queste mostre, quando arrivò a Parigi (nel 1886) dall’Olanda fu affascinato molto dall’impressionismo, la sua pittura divenne tale in ritardo perché arrivò nell’anno cui fini l'impressionismo, Gauguin, si avvicinò al gruppo degli impressionisti a partire dal 1880. 




PAUL CÉZANNE (1839-1906)

ll successo arrivò tardi per Paul Cézanne. Soltanto nel 1900, quando l'artista aveva sessantuno anni, gli Staatliche Museen di Berlino acquistarono una sua opera e solo nel 1904, due anni prima della morte, il Salon d'Automne gli dedicò un'intera sala. 

Nato ad Aix-en-Provence, nel meridione della Francia, in Provenza il 19 gennaio 1839 da una famiglia benestante (il padre era il proprietario della banca locale). Era molto legato al paesino (fu chiamato il pittore di Aix-en-Provence). 

L'anno della sua nascita è già un anno simbolico: fu presentata infatti una scoperta al parlamento francese dallo scienziato e chimico Niépce: la fotografia. Rappresentò la rivoluzione nel mondo dell'arte visiva, dunque la sua pittura doveva confrontarsi con la fotografia che consentiva di riprodurre la realtà in maniera fedele al vero e meccanicamente senza intervento dell’artista. Dunque l’arte visiva doveva fare delle scelte rivoluzionarie perché come disse HEGEL vi fu una vera e propria ‘morte dell'arte’ La pittura tradizionale dovette morire a vantaggio di un nuovo modo di concepire l’arte visiva. Cézanne la concepì in un nuovo modo: non doveva più presentare la realtà, essere naturalista. Cezanne si chiese per tutta la vita cosa avrebbe dovuto rappresentare la pittura e si pose degli obiettivi irraggiungibili non possibili umanamente. Infatti morì in uno stato di depressione forte testimoniato in alcuni diari o libri come “Il dubbio di Cézanne” scritto da Merleau-Ponty (dubitare delle proprie abilità). Cezanne credeva di aver fallito il suo obiettivo in quanto irraggiungibile. Questa ricerca fu per lui talmente importante che cadde in depressione, stati d’adino di cui parlò  nelle lettere all’amico pittore Émile Bernard (1906) e al mercante d'arte Ambroise Vollard (nel 1903)  Il lavoro fu la sua sola ragione vita.

Il padre di Cézanne avrebbe voluto che studiasse giurisprudenza essendo di una famiglia abbastanza agiata (lui visse con le eredità paterne) ma nel 1861 Cézanne si ribella, va a Parigi e si iscrive all'accademia Suisse, svizzera, privata in cui si studiava disegno e pittura. Attraverso Zola (rappresentato in un dipinto di Manet con alcune stampe sul fondo e stampe giapponesi dovute alla mania di collezione di questi stampe) stringe amicizia con Manet. 

Cézanne studiò nel collegio Bourbon dove ebbe come compagno il grande scrittore Émile Zola, al quale restò legato per molti anni, si scambiavano spesso lettere. Quando nel 1886 Zola pubblica il romanzo “L’Oeuvre”, l'opera, che parlava di un pittore fallito che voleva realizzare un’opera straordinaria che lo avrebbe reso famoso ma non lo raggiunse, morì suicidandosi nel suo studio davanti all’opera incompleta. Cézanne si riconobbe in esso, si irritò e si interruppero le loro corrispondenze, Cezanne non volle più contatti con Zola e si ritirò in Aix-en-Provence dove segui dei corsi di disegno all'École des Beaux-Arts.  Vincendo le opposizioni del padre passò alcuni anni a Parigi per dedicarsi alla pittura (1861-64). Per tutta la vita cercò riceve solo rifiuti ai salon ufficiali. Cézanne trascorse l'intera sua esistenza in Francia, salvo un breve viaggio in Svizzera. A Parigi entrò in contatto con gli Impressionisti (amico con Pissaro dal 61),partecipò alla loro prima esposizione (1874) nello studio di Nadar. Fu con loro anche nel 1877, ma nel 1879 se ne allontanò del tutto. Dall'Impressionismo Cézanne apprese comunque il dipingere en plein air e la ricerca della massima luminosità dei colori. Tuttavia l'esperienza impressionista fu per lui solo l'inizio di una ricerca che lo vide tormentarsi continuamente nella speranza di giungere a quella verità essenziale a cui l'impressione visiva non poteva accedere. Morì nel il 22 ottobre 1906. 


“CASA DELL'IMPICCATO, AUVERS-SUR-OISE”, 1872-1873, Musée d'Orsay 

Il museo d'Orsay è uno dei primi musei contemporanei, è nato da una stazione ferroviaria dismessa di metà 800, ristrutturata da architetto italiano Gaia Aulenti. Questo museo ospita i lavori impressionisti e post-impressionisti. 

È stato realizzato tra il 1872-73. La scelta del plein air e i piccoli tocchi di colore con i numerosi chiari fanno di questo dipinto un'opera impressionista L’Oise è un fiume. Cézanne presentò questo dipinto alla prima mostra impressionista (1874), Monet (il + impressionista degli impressionisti) lo criticò molto perché diceva che era fuori dall'impressionismo e questo per diversi motivi. 

- Innanzitutto il soggetto per gli impressionisti, doveva essere un pretesto, non doveva esserci una storia. Qui dietro al titolo già vi è una storia, è quasi un quadro simbolista, ha una storia narrativa dietro che non è un carattere impressionista. 

- Inoltre il dipinto impressionista voleva rappresentare un attimo fugace, un istante della realtà e quella sensazione di un istante inafferrabile che doveva essere restituito sulla tela in maniera rapida: invece qui i colori sono molto materici, non sono diluiti (+ rugosità e corposità) si nota come l’intonaco sia rasato sulle pareti, la realtà sembra pesante, materica, stabile, eterna (Fondamentale è l’utilizzo della geometria). Cezanne voleva dare monumentalità alla sensazione istantanea dell’impressionismo conservando la freschezza della sensazione istantanea (il suo dubbio era quello di raggiungere un tale obiettivo) e vi riuscì.  Vi sono altri elementi che mostrano già la tendenza dell'artista ad andare oltre: 

- il paesaggio è senza alcuna presenza umana; 

- il paese risulta quasi incastonato nel cuneo fra i due grandi edifici in primo piano che fungono da quinte laterali b;

Secondo Cézanne «nella pittura ci sono due cose: l'occhio e il cervello, ed entrambe devono aiutarsi tra loro». 

Dunque, la lettura semplicemente percettiva della natura non è sufficiente. Esiste, infatti, un secondo livello di lettura, quello intellettivo. L'intelligenza deve spronare il pittore a indagare più a fondo la realtà per scoprirne l'essenza, la verità nascosta. 




I BAGNANTI 

Eseguito attorno al 1890, I bagnanti riprende un tema al quale molti artisti avevano prestato particolare attenzione nel corso dei secoli. In tempi recenti Frédéric Bazille ne aveva offerto una notevole prova in un dipinto eseguito nel 1869 e presentato al Salon l'anno successivo, mentre una tela monumentale ne aveva tratto Georges Seurat nel 1883-1884. 

L'opera di Cézanne mostra dieci giovani nudi o seminudi in riva a un fiume, mentre fanno un bagno o si apprestano a tuffarsi. Più che per l'acqua, tipico soggetto impressionista – l'artista mostra interesse per la struttura del dipinto, che rivela una forte architettura e una decisa prospettiva. I personaggi si dispongono lungo la superficie laterale o all'interno di un cono ideale con il vertice rivolto verso l'alto. Il solido geometrico è suggerito dall’inclinazione del giovane seduto a sinistra e di quello all'estrema destra che, con entusiasmo, corre per tuffarsi. La prospettiva è resa dalla riduzione dimensionale dei personaggi dei piani arretrati. Per creare maggiore profondità, utilizzava un trattamento del colore che lui stesso chiamava «modulazione», cioè un giusto rapporto dei toni che crea il modellato.




LE GRANDI BAGNANTI 

I bagnanti è l'ultima opera in cui Cézanne sceglie come soggetto il nudo maschile: per il resto della vita indagherà solo il corpo femminile. È il caso delle Grandi bagnanti del Museum of Art di Filadelfia, un dipinto incompiuto di grandi dimensioni, preceduto da numerose tele dedicate a piccoli gruppi di fanciulle che fanno il bagno e punto di partenza per le ricerche di quegli artisti della generazione successiva, primi fra tutti Picasso e Braque, che guarderanno a Cézanne come a un grande maestro. L'opera si pone al vertice di una ricerca le cui tappe fondamentali sono costituite dai due oli ora alla National Gallery di Londra e alla Barnes Foundation di Merion, Pennsylvania. Infatti, in essi il primo è del 1894- 1905, il secondo del 1900-1905. Lla composizione si organizza secondo un gruppo numeroso di figure femminili distribuite nella porzione inferiore della tela e contenute entro due rette oblique lievemente convergenti. 

Nelle Grandi bagnanti di Filadelfia le donne sono 17. Lo sfondo si apre per mostrare un composto paesaggio inquadrato dagli alberi, che come i corpi delle bagnanti inclinati verso l'asse centrale della tela. I colori, ridotti all'essenziale (verde, ocra, blu, rosso), sono distribuiti in pezzature modulate che determinano un sicuro equilibrio cromatico.




LA MONTAGNA DI SAINTE VICTOIRE VISTA DAI LAUVES, 1906, Zurigo

Dipinto nell’anno della morte. 

Negli ultimi anni della sua vita Cézanne fu affascinato e quasi ossessionato dal paesaggio che era abituato a vedere sin da bambino: quello dominato dalla montagna Sainte-Victoire, un massiccio calcareo alto poco più di 1000 metri, posto a Est della cittadina natia di Aix-en-Provence. L'artista lo avrebbe dipinto innumerevoli volte e sempre in modo diverso. 


Nella tela di Filadelfia, il paesaggio naturale e quello antropizzato sono stati scomposti in essenzialità (cioè in geometria solida), quindi ricomposti mediante l'accostamento di superfici di colore. Sono lo spessore e la corposità dell'aria che Cézanne intende mostrare nella profondissima valle chiusa dal profilo conico del monte. Non c’è più prospettiva, Cezanne voleva far sentire la profondità dello spazio senza usare disegno, chiaroscuro e prospettiva. Voleva dare la sensazione dell’immensità dello spazio senza servirsi degli strumenti tradizionali (le linee orizzontali danno l’estensione, quelle verticali danno la profondità, tutta la tela è tassellata di colori come fossero tasselli incastrati trasparenti e pittati). E l'aria e il cielo assumono anche i colori delle case e degli alberi: il verde, infatti, è pure nel cielo, che solo un tenue contorno azzurrino separa dalla montagna, tanto i loro colori sono simili e si confondono l'uno nell'altra. La profondità è tutta nel cielo unito alla montagna dall'aria palpabile. 

Cézanne non poteva creare nulla di più diverso da un dipinto impressionista. Basta confrontare la sua con la tela di Renoir, il più gioioso e solare degli Impressionisti, avente lo stesso soggetto. Renoir dipinge un paesaggio carezzevole e limpido. Un dipinto che riconcilia l'uomo con la natura, una visione paradisiaca in cui le case sono piccole macchie, l'erba ingiallita dal sole, le chiome degli alberi di svariati colori, le colline rosate, il monte lontano e il cielo sembrano come pettinati dal pennello. Cézanne diceva ironicamente che i paesaggi dell'amico Renoir erano «cotonati». Il dipinto di Cézanne è invece la natura vinta e svelata, ispirazione per i pittori successivi. Questo quadro ha dato avvio al cubismo.


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