Riassunto completo su Henri Matisse (Arte)

 Appunti realizati da: 𝑴𝒐𝒓𝒆𝒏𝒂 𝑰𝒂𝒍𝒆𝒈𝒈𝒊𝒐

 

HENRI MATISSE (1869-1954)


 

Nasce in Francia a Cateau Cambrésis nel 1869, compi i suoi primi studi nella cittadina natale e, successivamente, a Parigi, dove segui corsi di giurisprudenza. cominciò a dipingere come passatempo, dopo essersi ammalato nel 1889. A lui si deve anche la definizione (nel 1929) dell'estetica fauve: «prima ricerca di una sintesi espressiva». Convinto che la pittura fosse la sua vera vocazione, studió presso accademie private, all'Ecole des Beaux-Arts di Parigi e presso l'atelier di Gustave Moreau, il maggiore dei pittori simbolisti, che gli disse che avrebbe semplificato la pittura, e ci riuscì. Nello studio di Moreau Henri Matisse conobbe Albert Marquet, mentre l'amicizia con André Derain nacque nel 1899 all’ Accademia Carrière. Nel 1901 Derain presentò a Matisse Maurice de Vlaminck, che egli stesso aveva conosciuto per caso.

 Matisse trascorse diversi anni nel Sud della Francia e subì la tragedia delle due guerre mondiali. Nel 1944 dovette soffrire l'arresto della figlia primogenita, che militava nella Resistenza, e quello della moglie. La vita di Matisse si svolse per tutto il suo corso nella serenità dell'ambiente familiare, in una casa dal gusto borghese e senza che l'artista desse mostra di condurre un'esistenza ribelle, o scandalosa, ma tipica di un innovatore rivoluzionario. Henri Matisse mori a Cimiez, nei pressi di Nizza, nel 1954.

È influenzato inizialmente dall'impressionismo, quindi da Cézanne e dalle sue larghe campiture di colore, e anche dall'esperienza divisionista. È sempre stato l’antagonista di Pablo Picasso. La sua indole, però, lo orientava verso il piacere del colore nella convinzione, che era già stata di Renoir, che la pittura fosse «gioia di vivere».

 

DONNA CON CAPPELLO


 

La Donna con cappello fu esposta, assieme ad altre nove opere dell'artista, al Salon d'Automne del 1905.

La donna (Amélie, la moglie di Matisse), di tre quarti, volge lo sguardo verso l'osservatore mostrandosi nel suo ricco e sovrabbondante abbigliamento borghese con un fastoso e monumentale cappello. Un lungo guanto le avvolge la mano e il braccio destri, e un ventaglio aperto, in primo piano, le copre la parte superiore del busto.

La violenza delle tinte è il modo impiegato dall'artista per affermare se stesso e la propria personalità. I colori sono utilizzati sia puri sia in unione con altri. In particolare i gialli vengono accostati al violetto, il rosso al verde, il blu all'arancio, accostamento dei complementari; inoltre, gli stessi primari sono sempre giustapposti. Contrariamente a Van Gogh e a Gauguin, i colori per Matisse non volevano risaltare il soggetto, ma comunque ogni tinta ha una precisa funzione nel modellare le masse e nel creare ombre: quelle del viso, per esempio, sono verdi o azzurre, mentre quelle del collo sono arancioni. Il colore è distribuito con veemenza sulla tela e con un'immediatezza tale da non coprirla mai totalmente: queste parti non dipinte diventano essi stessi, come già in Van Gogh, elementi cromatici della composizione. Una linea scura e sfrangiata sottolinea i contorni di alcune parti della figura (spalle, braccio, cappello) cosi da sostenerla e renderla più graffiante e incisiva. Altri elementi del dipinto, privi di linea di contorno (la porzione destra del volto, per esempio), sono definiti, invece, per contrasto, dalle intense chiazze di colore dello sfondo. La tecnica rapida fa si, inoltre, che il dipinto sembri non finito, ma appena abbozzato.

 

LA STANZA ROSSA


 

La stanza rossa è un dipinto del 1908, attualmente all'Ermitage di San Pietroburgo. Al colore dato per strisce e chiazze dirompenti in molteplici tonalità si sono qui sostituite la grande superficie di colore saturo e piatto e la bidimensionalità decorativa. I primari rosso, blu e giallo costituiscono le tinte dominanti. La costruzione prospettica è approssimativa: da un lato, essa è suggerita dalla sottile linea nera del bordo del tavolo e dalla piega della tovaglia a sinistra, nonché dalla sedia e dallo spessore del muro su cui si trova la finestra, dall'altro, è annullata dalla scelta dello stesso rosso, con l'identico motivo floreale in blu e azzurro ad anse, sia per la tovaglia che ricopre il tavolo sia per il rivestimento murario retrostante.

L'aspetto piatto, che esalta i colori e i decori, è confermato dal paesaggio al di là della finestra, dove alberi fioriti si stagliano contro un prato verde e un cielo azzurro, come in un suggestivo ricamo. Con il tempo la ricerca di Matisse si indirizzerà verso l'ulteriore semplificazione delle forme, l'essenzialità cromatica, l'uso di tinte contrastanti e di linee ritmiche, ornamentali. La vita artistica di Matisse sarà costituita, però, da un continuo alternarsi tra fasi in cui prevale aspetto decorativo o un certo naturalismo.

 

LA DANZA

La danza è un’opera che ebbe una lunga gestazione e sul cui soggetto l'artista ritornò ancora, circa venticinque anni dopo, con un trittico dalle dimensioni imponenti. Cinque fanciulle nude sono colte in una danza vertiginosa, mentre si tengono per mano muovendosi in circolo.

Il dipinto, di notevole superficie, è risolto con l'uso di tre soli colori principali: il verde brillante per il prato, il blu per il cielo, il rosso per i corpi delle fanciulle. La brillantezza delle tinte e la scelta del rosso, piuttosto che il rosa della prima versione, allontanano il soggetto dalla verità del colore naturale. La campitura piatta sottolinea l'aspetto decorativo dell'opera nella sua essenzialità di forme anche se si nota un certo volume nei corpi modellati dalla linea scura che non è, quindi, solo di contorno.

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