Appunti La coscienza di Zeno di Italo Svevo (Italiano)


La Coscienza di Zeno è il romanzo senz'altro più celebre di Italo Svevo. 

Questo romanzo, pubblicato nel 1923, rientra nell'ambito del romanzo psicologico, in quanto si esplora a fondo la personalità del protagonista del romanzo, ovvero Zeno Cosini.


Il romanzo si compone di otto capitoli: 

1) Prefazione 

2) Preambolo 

3) Il fumo 

4) La morte di mio padre 

5) La storia del mio matrimonio 

6) La moglie e l’amante 

7) Storia di un’associazione commerciale 

8) Psicoanalisi


Ed inoltre a differenza di altri romanzi come Una vita e in Senilità, nella coscienza di Zeno la narrazione è condotta in prima persona, quindi è il protagonista a prendere la parola e a raccontare la propria storia.


TRAMA

La vicenda è ambientata a Trieste, il protagonista è Zeno Cosini, e si presenta inizialmente come un inetto. Zeno, la cui madre è morta, vive con il padre, che lo giudica debole e inconcludente, e a causa di questa situazione particolare non riesce ad abbandonare il vizio del fumo. 


Quando il padre si ammala, Zeno cerca di assisterlo. 

Il protagonista si consulta con un medico e cerca di tenere il padre a letto, ma un giorno nel tentativo di svincolarsi dalle braccia del figlio, il padre lo colpisce al volto e muore subito dopo. 

Questo gesto in Zeno provocherà moltissimi turbamenti e sensi di colpa.

Frequentando il Tergesteo, l’edificio dove aveva sede la borsa di Trieste, Zeno incontra Giovanni Malfenti, un uomo molto abile negli affari che lo invita a casa sua. 

Malfenti ha quattro figlie, e Zeno si innamora di Ada, che però preferisce Guido Speier.

Zeno, quindi, entra in competizione con Guido e cerca di farlo passare per debole e metterlo in ridicolo, ma alla fine sarà comunque Guido a sposare Ada. 

Allora Zeno si propone ad Alberta, che però lo rifiuta in seduta stante. 

Alla fine Zeno si ritrova fidanzato con Augusta, la figlia maggiore ma anche la più brutta, ma che si rivela essere una moglie fedele. 


Infatti il loro matrimonio è molto più solido di quello tra a Ada e Guido, infatti per sfuggire ai debiti Guido cerca di simulare un suicidio.

Assume una sostanza, che in piccola dose, come lui crede, non lo ucciderà; ma sbaglia i calcoli, anche per un consiglio distratto da parte di Zeno, e infine muore. Piccola riflessione: Qui si incomincia ad intravedere un aspetto del personaggio di Zeno che lo distingue dagli altri inetti raccontati da Svevo, poiché nonostante la sua inadeguatezza e la sua goffaggine, Zeno riesce ad avere la meglio sugli altri sia negli affetti che nel lavoro. È quindi, per cosi dire, uno pseudo-inetto.

Questo paradosso sta nel fatto che, per Svevo, l’individuo che non ha ancora sviluppato capacità particolari in questo o altri campi è in grado di evolversi, trasformando la propria inettitudine in duttilità, in modo da sapersi adattare a contesti e situazioni diverse. 

E questa è una delle interpretazioni del “darwinismo sociale” la capacità di adattamento di Zeno diventa particolarmente evidente alla fine del romanzo. 

Dopo aver sofferto molti anni di un disturbo psicologico e dopo essersi rivolto al Dottor S., uno psicoanalista che lo ha convinto a scrivere una sorta di diario a scopo terapeutico, nella quale deve scrivere le vicende della sua vita, anche le cose più insignificanti. 

E Zeno guarisce quando la situazione storico-politica stava diventando drammatica. 

Infatti mentre infuria la prima guerra mondiale, Zeno dichiara nel proprio diario di essere guarito dai mali che lo affliggevano. 

Nella fine del romano Zeno arriva ad immaginare una catastrofe che ridurrà la terra “alla forma nebulosa”, privandola di “parassiti e di malattie” e regalandole una salute universale. 

Piccola riflessione: È considerato da molti un finale memorabile o anche profetico, che porta alle estreme conseguenze la teoria dell’adattamento che Svevo ha “applicato” al personaggio di Zeno, rivoluzionando la natura dell’inetto cosi com’era rappresentata sino ad allora nella letteratura del primo novecento.


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