Risposte sul testo di Federico de Roberto, da I viceré TIPOLOGIA A - ANALISI DEL TESTO (Italiano)

TIPOLOGIA A - ANALISI DEL TESTO

Federico de Roberto, da I viceré


Sono queste le celebri pagine conclusive del romanzo, con in scena la vecchia zia Ferdinanda, accesa Borbonica, e il giovane nipote Consalvo Uzeda, fattosi eleggere deputato al Parlamento italiano e da lei diseredato.


Un nuovo scoppio di tosse fece soffiare la vecchia come un mantice. Quando calmossi, ella disse con voce affannata, ma con accento di amaro disprezzo: «Tempi obbrobriosi!... Razza degenere!» La botta era diretta anche a lui. Consalvo tacque un poco, a capo chino, ma con un sorriso di beffa sulle labbra, poiché la vecchia non poteva vederlo. Poi, fiocamente, con tono d'umiltà, riprese: «Forse Vostra Eccellenza l'ha anche con me... Se ho fatto qualcosa che le è dispiaciuta, gliene chiedo perdono... Ma la mia coscienza non mi rimprovera nulla... Vostra Eccellenza non può dolersi che uno del suo nome sia di nuovo tra i primi del paese... Forse le duole il mezzo col quale questo risultato s'è raggiunto... Creda che duole a me prima che a lei... Ma noi non scegliamo il tempo nel quale veniamo al mondo; lo troviamo com'è, e com'è dobbiamo accettarlo. Del resto, se è vero che oggi non si sta molto bene, forse che prima si stava d'incanto?» Non una sillaba di risposta. «Vostra Eccellenza giudica obbrobriosa l'età nostra, né io le dirò che tutto vada per il meglio; ma è certo che il passato par molte volte bello solo perché è passato... L'importante è non lasciarsi sopraffare... Io mi rammento che nel Sessantuno, quando lo zio duca fu eletto la prima volta deputato, mio padre mi disse: "Vedi? Quando c'erano i Viceré, gli Uzeda erano Viceré; ora che abbiamo i deputati, lo zio siede in Parlamento." Vostra Eccellenza sa che io non andai molto d'accordo con la felice memoria; ma egli disse allora una cosa che m'è parsa e mi pare molto giusta... Un tempo la potenza della nostra famiglia veniva dai Re; ora viene dal popolo... La differenza è più di nome che di fatto... Certo, dipendere dalla canaglia non è piacevole; ma neppure molti di quei sovrani erano stinchi di santo. E un uomo solo che tiene nelle proprie mani le redini del mondo e si considera investito d'un potere divino e d'ogni suo capriccio fa legge è più difficile da guadagnare e da serbar propizio che non il gregge umano, numeroso ma per natura servile... E poi, e poi il mutamento è più apparente che reale. Anche i Viceré d'un tempo dovevano propiziarsi la folla; se no, erano ambasciatori che andavano a reclamare a Madrid, che ne ottenevano dalla Corte il richiamo... o anche la testa!... Le avranno forse detto che un'elezione adesso costa quattrini; ma si rammenti quel che dice il Mugnòs del Viceré Lopez Ximenes, che dovette offrire trentamila scudi al Re Ferdinando per restare al proprio posto... e ci rimise i quattrini! In verità, aveva ragione Salomone quando diceva che non c'è niente di nuovo sotto il sole! Tutti si lagnano della corruzione presente e negano fiducia al sistema elettorale, perché i voti si comprano. Ma sa Vostra Eccellenza che cosa narra Svetonio, celebre scrittore dell'antichità? Narra che Augusto, nei giorni dei comizi, distribuiva mille sesterzi a testa alle tribù di cui faceva parte, perché non prendessero nulla dai candidati!...» Egli diceva queste cose anche per se stesso, per affermarsi nella giustezza delle proprie vedute; ma, poiché la vecchia non si muoveva, pensò che forse s'era assopita e che egli parlava al muro. S'alzò, quindi, per vedere: donna Ferdinanda aveva gli occhi spalancati. Egli continuò, passeggiando per la camera: «La storia è una monotona ripetizione; gli uomini sono stati, sono e saranno sempre gli stessi. Le condizioni esteriori mutano; certo, tra la Sicilia di prima del Sessanta, ancora quasi feudale, e questa d'oggi pare ci sia un abisso; ma la differenza è tutta esteriore. Il primo eletto col suffragio quasi universale non è né un popolano, né un borghese, né un democratico: sono io, perché mi chiamo principe di Francalanza. »


Comprensione del testo

Dopo un’attenta lettura, riassumi il contenuto del testo in massimo quindici righi.


Analisi del testo

In questo brano in quale periodo storico è ambientata la vicenda?

Indica i tratti psicologici, sociologici e morali di Consalvo Uzeda, desumendoli dal testo.

Che cosa significa in questo contesto la parola canaglia? Quale idea ha del popolo l’aristocratico Consalo degli Uzeda?
Spiega l’espressione: “La storia è una monotona ripetizione; gli uomini sono stati, sono, saranno sempre gli stessi”.


Interpretazione complessiva e approfondimenti

Proponi una tua interpretazione complessiva del brano e approfondiscila con opportuni collegamenti all'autore e/o alla corrente letteraria cui appartiene.



Risposte

1) Il periodo storico in cui è ambientata la vicenda equivale alla periodo del regno di italia.


2) Dal testo il carattere di Consalvo Uzeda sembra quello di un ragazzo viziato ed arrogante ma molto furbo.

Lui fa parte di una famiglia di vicerè e quindi ha sempre avuto quello che voleva, quando il potere dei vicerè divenne nullo lui,per rimanere al potere, inizio una carriera politica sfruttando il proprio prestigio familiare riuscendo a diventare assessore e sindaco di Catania fino ad ottenere l’elezione a deputato.


3) La parola canaglia in questo testo viene utilizzata come dispregiativo contro il popolo, poiché Consalvo non vuol dipendere da esso. 

L’aristocratico Consalvo degli Uzeda pensava che il popolo è un gregge umano.


4) L’espressione “La storia è una monotona ripetizione; gli uomini sono stati, sono, saranno sempre gli stessi” spiega come l’essere umano nella storia ha sempre ripetuto le stesse cose e gli stessi errori e invece di imparare da essi, come e giusto fare, li ha ripetuti e ripetuti più volte, per questo definisce la storia come una monotona ripetizione.


5) In questo testo si discute delle differenze politiche ai tempi dei vicerè rispetto a quelle odierne e di come gli Uzeda sono rimasi al potere andando anche contro al modo di comandare dei vicerè. 

Ai tempi dei vicerè i vicerè comandavano tutto, il potere era in mano ad una persona ed ogni loro capriccio doveva essere appagato. 

Invece adesso il potere è in mano al popolo ma il popolo può essere corrotto e voti possono essere comprati quindi la gestione del potere è cambiata ma l’obiettivo finale è lo stesso.

Chi sta al potere pensa sempre in maniera egoistica, punta solo ad avere sempre più soldi e potere, andandosi a dimenticarsi del popolo.

Gira e rigira, il popolo viene messo in secondo piano sempre e comunque.


6) A parer mio, in questo brano, Consalvo esprime un concetto che si può ritrovare in tutta la storia dell’umanità.

L’essere umano, ha sempre messo in primo piano un obiettivo, il raggiungimento del potere.

Non importa come questo potere viene raggiunto, non importa se si va contro alle proprie tradizioni, non importa se quel potere è stato ottenuto correttamente, importante solo raggiungerlo, per poter guadagnare potere e soldi. 

E questo concetto è valido ancora oggi e secondo me sarà valido anche negli anni a venire.


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