Risposte sul testo di Annamaria Testa, Competenze sociali: a votare da bravi cittadini si impara da piccoli (Italiano)

Analisi e produzione di un testo argomentativo (tipologia B)


Annamaria Testa, Competenze sociali: a votare da bravi cittadini si impara da piccoli

(articolo pubblicato il 19 novembre 2017 per il sito della rivista “Internazionale”)


C’è un legame assai più stretto di quel che si potrebbe immaginare tra voto, idea di cittadinanza,

competenze sociali. Il legame è questo: più i bambini crescono sviluppando buone competenze

sociali, più da adulti saranno propensi ad andare a votare. Si tratta di un dato che dovrebbe

interessare molti referenti diversi: politici e politologi, genitori ed educatori, istituzioni. E tutti noi

come cittadini.

Un legame sorprendente

Il legame ha sorpreso gli stessi ricercatori ed è stato scoperto per caso, quando John Holbein, un

giovane docente di scienze politiche della Brigham Young university (Byu, una delle due università

dello Utah), si è chiesto se fosse effettivamente possibile incrementare l’affluenza alle urne, che

negli Stati Uniti è storicamente bassa.

Una questione importante

“Votare è un atto fondamentale della democrazia”, dice Holbein, “e se ci sono ineguaglianze

all’atto del voto, queste si rifletteranno nelle scelte politiche che sono frutto di quel voto”. Convinto

dell’importanza della questione, e di fronte all’evidenza che invitare gli adulti riottosi ad andare a

votare non ha grandi effetti, Holbein si pone due domande: può essere più efficace lavorare in

anticipo, sui bambini e gli adolescenti? Se sì, le competenze sociali possono essere rilevanti in

termini di sviluppo della propensione al voto?

Così, Holbein va a studiarsi i risultati di un vecchio progetto chiamato Fast Track, inteso a

migliorare le competenze sociali dei bambini e degli adolescenti.


Lavorare in anticipo

Fast Track parte nel 1992 con l’obiettivo di verificare se è possibile aiutare i bambini (specie quelli

a rischio di abbandono scolastico e comportamenti antisociali) a migliorare il loro benessere futuro.

A partire dal primo anno delle elementari il progetto coinvolge 891 alunni, su metà dei quali si


attuano interventi educativi, mentre l’altra metà non riceve alcun sostegno attivo e funge da gruppo

di controllo.

Gli interventi non consistono certo nell’offrire informazioni mnemoniche di educazione civica: per

l’intero ciclo della scuola elementare, ai 446 bambini coinvolti negli interventi educativi, si insegna,

sia a scuola sia con interventi extrascolastici, a sviluppare attivamente le competenze sociali, la

comunicazione, la comprensione delle emozioni, l’autocontrollo, la capacità di affrontare problemi

di tipo relazionale e quella di impegnarsi per ottenere risultati positivi.

L’efficacia del progetto

Anni dopo, quando gli scolari crescono e diventano adulti, l’efficacia del progetto risulta evidente: i

ragazzini che sono stati seguiti hanno continuato più a lungo gli studi procurandosi poi migliori

prospettive di lavoro, hanno migliori relazioni familiari, meno comportamenti a rischio e meno guai

con la giustizia. Del resto, i risultati non fanno altro che confermare ciò che una miriade di altri studi

afferma: buoni interventi educativi hanno un influsso positivo e misurabile sul futuro.

Il risultato inatteso

Ma c’è, nei dati che riguardano Fast Track, anche un altro risultato virtuoso, e del tutto inatteso

dagli stessi ricercatori: anche se sono passati molti anni dalla conclusione del progetto, gli alunni

che hanno sviluppato migliori competenze sociali, da adulti vanno a votare con maggior frequenza

e costanza dei loro analoghi del gruppo di controllo. L’incremento è rilevante soprattutto tra chi

proviene dalle fasce più povere, storicamente meno propense al voto.

Così (e anche questa è una bella storia) la ricerca svolta dal giovane docente dello Utah finisce

anche sulla rivista dell’università di Berkeley, sull’American Political Science Review dell’università

di Cambridge e sul Washington Post.


Una conquista recente

Tutto ciò ci dice un paio di cosucce interessanti anche per il nostro paese, dove ci stiamo

dimenticando che la conquista del voto per tutti è importante. E che è un fatto recente,

recentissimo (una manciata di decenni) per le donne, che accedono al voto per la prima volta solo

con le elezioni del 10 marzo 1946. Per i maschi, invece, il diritto universale a votare risale al 1918.

In entrambi i casi dopo una guerra, comunque.


Alle prime votazioni per il parlamento, nel 1948, partecipa un impressionante 92,2 per cento degli

elettori. Dunque, in Italia l’astensionismo è un fatto piuttosto nuovo: lo sottolinea un articolo di

Linkiesta, a partire del libro di Federico Fornaro esplicitamente intitolato Fuga dalle urne.


A proposito di Italia

È più che probabile che tra le recenti elezioni e le prossime politiche il dibattito sull’astensionismo

si riaccenda. Sarebbe interessante che anche l’intuizione di Holbein, che riguarda il lungo periodo

e la promozione delle competenze sociali, avesse un suo spazio, accanto al consueto campionario

delle lamentele sull’inadeguatezza dell’offerta politica e l’insipienza dei partiti. Anche perché,

diciamolo, in tutti i mercati, e anche in quello della politica, qualche relazione tra qualità della

domanda e qualità dell’offerta c’è.

Ostili e aggressivi

Del resto, non sembrerebbe infondata la sensazione che negli ultimi decenni, anche nel nostro

paese, la diffusione delle competenze sociali (quella che una volta era offerta dalle famiglie estese,

dai legami sociali informali, dagli oratori, dai nonni, dalle reti solidali di vicinato e così via) abbia

lasciato a desiderare.

Infine: il dibattito politico degli ultimi anni ha privilegiato l’ostilità e l’aggressività, più che la

ragionevolezza e l’empatia (due cardini delle competenze sociali). Se l’intuizione di Holbein è

fondata, anche quest’ultimo fatto potrebbe aver concorso a creare un clima tale da allontanare i

cittadini dal voto.


Comprensione e analisi

1) Qual è il tema dell’articolo?

2) Qual è la tesi dell’autrice dell’articolo? In quali punti si può riconoscere?

3) Quale ricerca e quali risultati vengono citati a sostegno della tesi dell’autrice?

4) Spiega il significato della seguente affermazione: Anche perché, diciamolo, in tutti i mercati,

e anche in quello della politica, qualche relazione tra qualità della domanda e qualità

dell’offerta c’è.

5) Di ciascun paragrafo fai un riassunto in un massimo di due righe di foglio protocollo.


Produzione

In due colonne di foglio protocollo, esponi il tuo parere sul tema del ruolo della scuola nella

formazione di buoni cittadini. Ricava dati e pareri che ti sembrano utili dall’articolo di Annamaria

Testa, ma argomenta la tua posizione con riferimento alle tue conoscenze ed esperienze culturali.


Risposte

1) Qual è il tema dell’articolo?

In questo articolo si parla di come si possono migliorare il carattere di una persone, la sua voglia di conoscenze, il suo senso di responsabilità, lo sviluppando di buone competenze sociali, andando ad insegnare determinati concetti già dalla tenera età


2) Qual è la tesi dell’autrice dell’articolo? In quali punti si può riconoscere?

La tesi dell’autrice dell’articolo si può trovare nelle prime righe del tema, ed è: "più i bambini crescono sviluppando buone competenze sociali, più da adulti saranno propensi ad andare a votare"


3) Quale ricerca e quali risultati vengono citati a sostegno della tesi dell’autrice?

La ricerca citata nel tema è la Fast Track (1992) e tale  ricerca sosteneva che si puo aiutare i bambini a migliorare il loro benessere futuro attraverso determinati insegnamenti dal primo anno delle elementari.


4) Spiega il significato della seguente affermazione: Anche perché, diciamolo, in tutti i mercati, e anche in quello della politica, qualche relazione tra qualità della domanda e qualità dell’offerta c’è. 

Il messaggio di questa affermazione è che più la gente chiede una determinata cosa più quella cosa viene portata avanti, questo vale sia nel mercato sia nella politica


5) Di ciascun paragrafo fai un riassunto in un massimo di due righe di foglio protocollo.

nel primo paragrafo si introduce il tema dell’articolo.

nel secondo paragrafo si va ad esporre la ricerca del 1992 Fast Track.

nel terzo paragrafo si parla dell'importanza del diritto di voto e di come sia importante votare

nel quarto paragrafo si dice come è cambiata la politica nel tempo e l'importanza che il popolo da ad essa


RUOLO DELLA SCUOLA NELLA FORMAZIONE DI BUONI CITTADINI

La scuola tra i vari compiti che ha, dovrebbe insegnare ai ragazzi come comportarsi nella

società attraverso l'insegnamenti di alcuni concetti base, come il concetto di parità, di

giustizia, di buon senso e molti altri.


Nell'istruzione odierne questi insegnamenti non sono sempre dati, soprattutto nelle

scuole dove gli insegnanti, a causa dell'istruzione che gli è stato dato già dall'infanzia,

non sono capaci di vedere gli eventi da un punto di vista neutrale, questo porta ad avere

un modo di pensare limitato.


Secondo me l'istruzione mondiale dovrebbe istituire una materia obbligatoria,

indipendente dall'indirizzo scelto o dall'età degli alunni, dove i professori, attraverso

uno scambio di pareri, insegnano agli alunni come comportarsi davanti a certe situazioni

della vita così da preparare questi ultimi al mondo reale, il mondo fuori dalle quattro

mura della casa o della scuola.

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